Chi ha il controllo, io o gli altri? Il mondo è nelle mie mani o sono in balia degli eventi?
L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perchè? Perchè la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano dei rischi. (Erich Fromm)
Durante il corso della vita ci troviamo di fronte a delle “sfide” che possono essere dalle più semplici come una gara o un esame a più complesse come una relazione d’amore o di lavoro, il modo in cui reagiamo dipende dalla nostra autostima, dal nostro senso di autoefficacia, e dal locus of control. Nel presente articolo tralascerò l’autostima per concentrarmi sugli altri due valori.
Autoefficacia percepita: corrisponde alla consapevolezza di essere capace di dominare specifiche attività, situazioni o aspetti del proprio funzionamento psicologico o sociale. (Albert Bandura)
L’autoefficacia rappresenta quanto ci sentiamo in grado di reagire e riuscire nelle diverse situazioni che ci si presentano, ovvero riuscirò a passare l’esame? Vincerò il torneo? E’ la percezione che ogni persona possiede di sapere di essere in grado di fare, sentire, esprimere, essere o divenire qualcosa, si fonda sulla valutazione che abbiamo dato alle esperienze che avute in precedenza. In base alla convinzione di sapere cosa siamo in grado di fare e con quali mezzi, scegliamo mete e obiettivi. Perciò, i comportamenti e le performance di ognuno di noi sono influenzati dalle aspettative riguardo quelle capacità che mi attribuisco. Le future prestazioni sono, così, condizionate, non solo dai risultati effettivamente ottenuti nel passato, ma anche dalle soggettive e discutibili interpretazioni e dalle attribuzioni causali dei propri successi o fallimenti che impattano sulle proprie credenze di autoefficacia e sulle prove che ci si trova a sostenere.
Avere una buona consapevolezza delle proprie potenzialità, di quello che possiamo raggiungere con le nostre doti facilita il superamento di ostacoli e consente di affrontare la vita con più serenità. L’autoefficacia è quindi un utile strumento contro lo stress. Infatti, le situazioni stressanti sono considerate tali quando si pensa di non avere risorse adeguate per poterle affrontare.
Ed e’ proprio in questa direzione che la teoria dell’autoefficacia di Bandura chiama in causa i processi valutativi di attribuzione causale. Il processo mediante cui l’individuo si autovaluta, e valuta i propri comportamenti e prestazioni è condizionato anche alle attribuzioni causali, cioè a come le persone spiegano (attribuiscono le cause) del proprio comportamento e del comportamento di altre persone (ovvero le persone cercano di spiegarsi un evento collegandolo ad una causa).
Secondo Heider (1958), il criterio per interpretare il comportamento consiste nel decidere il locus della casualità, ossia nello stabilire se la causa del comportamento risiede nella persona che lo ha prodotto o nell’ambiente circostante.
Alcune persone pensano di controllare qualsiasi cosa, altre, invece, credono di essere controllati da situazioni che si verificano all’esterno. In generale, controllare significa dirigere le proprie azioni per influenzare gli esiti di una determinata situazione. Ognuno di noi possiede un locus of control, ovvero il posto attraverso cui si definisce il controllo che può essere interno o esterno.
Il locus of control o “luogo di controllo” è una variabile psicologica definita da Julian Rotter per indicare la percezione che ciascuno ha circa la possibilità di controllare la propria vita. Indica quindi se siamo convinti che le nostre azioni abbiano un peso nel direzionare gli eventi che ci accadono. Esistono due tipi di locus of control: interno (attribuzione interna del controllo: io controllo la mia vita) ed esterno (attribuzione esterna del controllo: il destino controlla la mia vita).
Tornando alle nostre domande iniziali: riuscirò a passare l’esame? Vincerò il torneo? Il modo con cui rispondiamo a queste domande si differenzia in base al locus of control che abbiamo.
Se è interno la risposta sarà: “se mi impegno molto riuscirò a raggiungere l’obiettivo”, attribuendo ad una causa interna, come la tenacia, il successo della performance. Se, invece, si tende ad attribuire un successo raggiunto ad una causa esterna alla persona, ad esempio la fortuna, si avrà un locus of control esterno, la risposta sarà del tipo: “se le condizioni saranno favorevoli ce la farò sicuramente” .
Chi mostra un locus of control esterno tendenzialmente avrà una spiegazione circa i propri insuccessi come indipendente da sé, attribuendoli al destino o agli altri, percepisce quindi meno responsabilità nelle sue azioni. Nello stesso tempo però sente gli eventi come imprevedibili, dipende dagli altri, ha bassa autostima, poca autoefficacia. Coloro che mostrano un locus of control esterno potrebbero più facilmente soffrire di depressione, in quanto si sentono meno capaci di dirigere gli eventi in modo da ottenere dei successi. Un locus of control esterno potrebbe nel contempo risultare utile a minimizzare la propria responsabilità in caso di incidenti: attribuire la responsabilità di un evento negativo a una fonte esterna permette di ridimensionare l’emozione di colpa. Quindi, pensare che l’accaduto sia causato del destino o di persone esterne, è in questo senso funzionale al benessere individuale perchè preserva dal rimuginio e permette di canalizzare le energie mentali nell’affrontare al meglio le conseguenze.
Al contrario chi ha un locus of control interno mostra conoscenze e skill che consento di affrontare al meglio le situazioni e i problemi, pensano di poter raggiungere gli obiettivi prefissati, credono nelle loro capacità e non temono la fatica. Però coloro che presentano un locus of control interno sono più inclini all’ansia, al senso di colpa. Le modalità di attribuzione di controllo, si ripercuotono sulla motivazione al successo e sulla gestione delle emozioni. Con una percezione di locus of control interno è più facile fronteggiare lo stress in modo adeguato e adottare uno stile di pensiero che influenzi l’attuazione di comportamenti volti a raggiungere gli obiettivi. Di conseguenza, la reazione emotiva che ne deriva è funzionale al conseguimento dello scopo.
Weiner (1994) ha affermato che le attribuzioni possono essere distinte in base a tre dimensioni:
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locus of control: ossia se la causa di un successo (o di un fallimento), sia interna o esterna alla persona;
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stabilità: ovvero quanto risultano durature nel tempo le cose ottenute, per cui le cause possono essere stabili o instabili nel tempo (per esempio la facilità del compito è stabile, al contrario la fortuna è instabile);
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controllabilità: il grado di controllo che si ha sui fattori in gioco, può essere alta se dovuta alle proprie competenze, o bassa se dipende da fattori come la fortuna, le azioni degli altri, il destino: non tutti i fattori causali possono essere controllati dal soggetto.
Una semplice tabella chiarisce bene questi concetti
Locus of control |
Stabilità |
Controllabilità |
Attribuzione |
Convinzione |
Interno |
Stabile |
Controllabile |
Tenacia |
È stato prodotto uno sforzo abituale: “Studio come al solito” |
Incontrollabile |
Abilità |
Una particolare attitudine per questo compito: “Ho talento per il disegno” |
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Instabile |
Controllabile |
Impegno |
È stato prodotto uno sforzo temporaneo (per questo compito): “Ho lavorato tutto il week-end per finire il progetto” |
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Incontrollabile |
Umore |
“Oggi non riesco a concentrarmi” |
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Esterno |
Stabile |
Controllabile |
Pregiudizio |
Qualche forma di giudizio tendenzioso dell’insegnante/capo |
Incontrollabile |
Facilità/difficoltà |
“È una materia troppo complessa per me” |
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Instabile |
Controllabile |
Aiuto esterno |
Una forma di aiuto non abituale da parte di altri |
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Incontrollabile |
Caso |
Fortuna |
Ad esempio, un individuo che ritiene che il risultato della sua prestazione vari in funzione del suo impegno, quindi in funzione di una causa interna e controllabile, avrà aspettative maggiori di ottenere un successo rispetto a chi è convinto che il successo in una determinata prestazione o situazione sia principalmente determinato da cause esterne e incontrollabili, come la fortuna. E similmente, valutando le proprie prestazioni passate, l’individuo che si spiega i propri successi attribuendoli a cause interne, stabili e controllabili (ad esempio, attribuendoli alle proprie capacità, impegno, tenacia) tenderà a valutare che i successi saranno ottenibili ancora in futuro, alimentando quindi aspettative positive riguardo le performance future.
Esistono, inoltre, persone con un locus of control che è una via di mezzo tra interno ed esterno. Tali individui mostrano una combinazione tra i due tipi di locus of control e sono spesso indicati come bi-loci. Essi sono capaci di gestire lo stress e far fronte alle difficoltà in maniera più efficiente ed efficace, poiché mostrano una maggiore flessibilità nello spostarsi dall’esterno all’interno e viceversa. Le persone che possono contare sul duplice locus of control sono in grado di assumersi maggiori responsabilità e raggiungono gli obiettivi con minori disagi emotivi.
Il tipo di locus of control di ciascuno risulta essere influenzato della personalità, della cultura e dalla famiglia di origine, oltre che da una serie di rinforzi positivi o negativi che si verificano durante la vita.
In un sistema di credenze equilibrato e adattivo, funzionale al benessere dell’individuo, sarebbe auspicabile possedere un mix di loci, interno o esterno, adattabili alle diverse situazioni che si verificano.
“Ricordatevi di guardare le stelle e non i vostri piedi… Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare, e in cui si può riuscire” Stephen Hawking
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