In Italia ai tempi del COVID: la Scuola ed il suo Psicologo
Una riflessione sullo psicologo scolastico, nella nuova introduzione vista l’emergenza sanitaria.
Una riflessione sullo psicologo scolastico, nella nuova introduzione vista l’emergenza sanitaria.
Quali difficoltà potremmo incontrare in questo momento di trasformazione della nostra società, tra isolamento, ansia e un futuro tutto da inventare
Nel 1983 con la pubblicazione del libro di Dan Kiley, intitolato The Peter Pan Syndrome: Men Who Have Never Grown Up, si pone all’attenzione un quadro comportamentale in cui una persona non vuole crescere o maturare, Accanto a questo stile comportamentale attualmente osserviamo quello dei manolescent (man + adolescent) adulti che sono rimasti bloccati nella fase adolescenziale della vita.
A differenza di altri periodi storici che hanno visto la morte di grandi imperi o la fine di convinzioni scientifiche, noi viviamo in un epoca in cui si sgretolano le convinzioni più quotidiane: “il matrimonio è per sempre”, il “posto fisso” al lavoro, ci si sposa, si faranno di figli. Il progresso tecnologico si è sviluppato sempre più velocemente lasciando indietro lo sviluppo delle coscienze, dei rapporti umani e uno dei primi effetti di questa nuova società è la paura della solitudine, il bisogno di non sentirsi soli. Il risultato lo abbiamo attorno, una società perennemente insoddisfatta, dove la solitudine la fa da padrona ed il fulcro dei sentimenti, quelli autentici, diventa sempre più spesso rintracciabile solo nei social o in relazioni mordi e fuggi.
L’avanzamento dello sviluppo tecnologico ha avuto e continua ad avere un forte impatto nelle vite di tutti noi, ma che effetto ha l’uso massivo di internet e dei vari device sugli individui con il passare del tempo? Migliora la nostra vita? Le nostre capacità cognitive o sociali sono modificate?
Il 10 ottobre si celebra la Giornata Nazionale della Psicologia, quest’anno alla terza edizione, con lo scopo di promuovere e valorizzare l’incontro …
Il diverso si può definire come colui che la pensa diversamente, ha una cultura, tradizioni, religione, etc.. differente o presenta qualche peculiarità che si allontana dalla realtà consueta. Esplorare l’universo dell’Altro, significa mettere in discussione il proprio e, talvolta, l’incontro diviene vero e proprio scontro per l’impossibilità di conciliare le diverse visioni. Ogni nuovo incontro è di per sé “traumatico” perché obbliga ad un confronto con ciò che non si conosce ed incarna una minaccia alle nostre sicurezze e consuetudini. Lo straniero, cioè l’Altro per antonomasia, mette in discussione i fondamenti della nostra identità, spesso sulla base di idee stereotipate che nulla hanno a che fare con la realtà delle cose. L’uomo, infatti, possiede atteggiamenti che si basano sulle esperienze vissute individualmente ma anche comportamenti che derivano da idee basate su pregiudizi e stereotipi.
Un’esperienza interessante ed importante che nasce dallo sperimentare una nuova formula di trasmissione in cui gli esperti, avvocato psicologo e assistenrte sociale …